“Le insegnanti Terziarie del Cenacolo Domenicano raccolgano e custodiscano con filiale fedeltà il ricordo testamentario della Loro Madre Fondatrice, traducendone l’insegnamento e l’imitazione nella loro vita e nelle opere di apostolato da Lei voluto e propugnate, per la formazione cristiana e culturale della gioventù”.
Giuseppe Card. Siri
Genova 1973
“ … Considero una grazia grande averla conosciuta: è una delle anime più elette che so di avere incontrato sul mio cammino…”
Fr. Mario Castellano OP
Arcivescovo di Siena
“… Serva la vita di questa grande anima cristiana a suscitare in seno alla Chiesa nuove vocazioni non meno ferventi, sante, eroiche e benefiche…”
Raimondo Verardo OP
Vescovo di Ventimiglia
“… Il suo Testamento Spirituale mi rivela la profondità della sua vita interiore. E’ meritevole di essere conosciuto e meditato a fondo non solo dalle sue figliole…”
P. Giacinto Bosco OP
Assistente per l’Italia del Maestro Generale dei Domenicani
21 novembre 2009
Con gli occhi, con il cuore, con la mente ho visto; non eravamo molte nella cappella ma abbastanza per riempirla, perché è piccola ma bella, persino più bella dell’altra… e pensare che ho pianto quando è stata smantellata… ma il “Signore non toglie mai una gioia ai suoi figli” se non per prepararne una più grande.
Don Alessandro ha celebrato la Santa Messa della vigilia, essendo sabato, ma si sentiva più del solito la presenza di Maria Santissima nel giorno della Sua presentazione al Tempio, La Virgo Fedelis,… e se mai proclameranno beata la nostra “Preside”( così l’abbiamo sempre chiamata noi ex alunne anziane), sarà anche Lei chiamata “Virgo Fedelis”.
Don Alessandro ha benedetto ed incensato la tomba e ha ringraziato per aver avuto l’occasione di conoscere di più “questa bella figura di donna…” Bravo Don, hai colto nel segno: più si conosce il bene, più si ama (in fondo siamo Tomisti).
Siamo salite al secondo piano a visitare la sua stanza e il suo studio: un momento commovente, specie per le “ex” che non la avevano mai visti… Guardavamo le foto (specie quelle di Lei giovane), i diplomi e il Testamento.
Io cercavo sulla parete dietro lo scrittoio quella riproduzione del Trionfo di San Tommaso del Cappelloni degli Spagnoli a Firenze… L’avevo sempre vista… non l’ho “trovata”.
Ma ho “ho trovato in quella semplicità, nel rigore dell’arredamento, in quel desiderio delle sue figlie di conservare per ricordare, “ una atmosfera sacra”.
Eravamo contente e non capivamo bene il perché. Ho capito che le sue “Figlie” fanno bene ad avere sotto gli occhi Suo ricordo, perché devono perpetuare il Suo Carisma: La fiducia nell’educazione, vi prego non traditela mai, continuate ad educare, educare, educare.
Sono uscita e ho alzato lo sguardo alla targa topografica della via: Viale Ermelinda Rigon Fondatrice dell’Istituto San Tommaso. Ho pensato quel che penso ogni volta che la guardo: dovevano scrivere:
Ermelinda Rigon
Educatrice
Mirella Cavallino
21 novembre 2009
La “pazienza interiore” dote di Santità.
Io, che ancor bambina, negli anni 50 sono entrata al “San Tommaso D’Aquino” di Sestri Ponente per iniziare il mio percorso scolastico (conclusosi poi con l’Istituto Magistrale), soltanto con il passare del tempo e con il progredire della mia professione di Maestra Elementare, ho capito quale benevolenza abbia usato il Signore nel mettere me con molte altre ragazze sotto la guada preziosa di Ermelinda Rigon.
Il tempo passa e le cose cambiano; molte trasformazioni sono avvenute in questi ultimi anni ma quando entro al “Cenacolo Domenicano” è la stessa aria di famiglia che respiro, oggi come ieri e allora… mi sento a casa.
Sì, proprio come è stato nel desiderio della nostra preside che ha voluto denominare con affetto e sapienza, la sua opera “Casa delle Insegnanti”.
Così adesso, nel ricordarla rivivo molti momenti della mia vita in cui i suoi insegnamenti, la sua rettitudine e la sua fede profonda mi hanno guidata.
Come una immagine, mai sbiadita nel tempo, ricordo la Sua “amabile pazienza” nel confronto di noi alunne: se sbagliavamo per avere studiato poco, per una risata di troppo, per esserci attardate nel gioco nel cortile, non ci rimproverava mai, ci accompagnava con dolcezza ad una severa riflessione che sempre si trasformava in una perfetta lezione di vita.
E’ stata uno strumento prezioso nelle mani di Dio: anche dal male sapeva trarre il bene!
E allora ecco che per noi allieve, quella che nelle intensione delle varie professoresse avrebbe dovuto essere una temibile minaccia: “ Ti mando dalla preside!” diventava una rassicurante opportunità: essere consapevole delle proprie responsabilità ma confortate nel nostro errore.
Cara preside, oggi 21 novembre 2009 siamo qui nella Tua Casa, nella nostra Casa per risentirti presente in mezzo a noi.
C’è bisogno della tua amorevole intercessione dal Paradiso perché il Signore possa trarre ancora una volta tanto bene da tutti i mali che minacciano la nostra gioventù.
Anna Maria Rossi
21 novembre 2009
Festa della Madre Fondatrice
“Vedevo aprirsi dinanzi a me un mondo nuovo, un apostolato grande che mi riempiva l’anima di speranza, di amore per tutto e per tutte le anime”.
Questo ritornello è ripetuto più volte dalla Madre Fondatrice nel tracciare la storia delle origini della nostra Congregazione. Il “ mondo nuovo”, “apostolato grande” che si è esteso a “ tutte le anime” è stato in particolare quello delle alunne.
Riabbracciarle tutte con il suo amore autentico, disinteressato risulta per noi un sogno, un’utopia. Diffonderemo più estesamente l’invito nei prossimi anni per richiamarle più numerose all’appuntamento del 21 novembre, Festa della Preside indimenticabile per ogni ex alunna.
Per essere più concisa e realistica riporto alcune loro frasi spontanee:
“Sapessi cosa ho ricevuto qui dentro!” chi parla è una persona tutta dedita all’apostolato parrocchiale che ha una ricca formazione interiore.
Un’altra : “Quello che mi ha insegnato mi serve per l’attività del mio lavoro e molto più per la mia famiglia”.
Un’altra ancora: “Nelle conversazioni con la mia collega provavo una specie di affinità per le motivazioni e per gli intenti del nostro operare. Quando ci confidammo dove avevamo studiato scoprimmo che la fonte della nostra formazione psicopedagogica spirituale era la stessa: la nostra Preside”.
“Io avrei dovuto abbandonare gli studi perché i miei genitori non avevano grandi possibilità economiche. Solo mio fratello poteva essere favorito nel proseguimento della frequentazione scolastica. “ Lei non deve fare sospendere gli studi a sua figlia- disse la Preside alla mia madre. In questo campo la Preside diventava perentoria. Io continuai gli studi e mi dedicai all’insegnamento seguendo le sue direttive”. Quante altre diverse testimonianze di vita vissuta potremo ascoltare! Potrebbero costituire una sorta di testamento vivente. Ora se osservate la fotografia del giovane Don Alessandro che accanto alla tomba l’asperge con l’acqua benedetta e la incensa, vedete che non svolge un rito funebre, ma un gesto di devozione e di ringraziamento alla Serva di Dio per il dono che in Lei il Signore ha fatto per noi. La presenza del giovane prete è come il “Virgulto di Jesse”, è un auspicio per un intramontabile avvenire.
Suor Egidia Lunardi